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Il poeta non è uno con la testa tra le nuvole, ma un uomo o una donna che si misura con le nuvole nella testa. Accetta la sfida del pensiero e dei suoi turbamenti. Pensieri come visioni, frammenti di percorsi tentati e poi abbandonati, cogliendo gli aromi dell'estate e l'odore pungente della neve. Impronte sulla sabbia e nel fango, come a dire: io una volta ci sono stato/a, c'ero. Pochi segni, che lasciamo intorno, prima che il grande oblio, come un umido, impalpabile lenzuolo, ricopra i piccoli resti. Per questo abbiamo bisogno di guide, testimoni che hanno camminato sulla terra prima di noi: filosofi, pittori, scrittori, poeti, musicisti. I loro itinerari disegnano un universo geografico emotivo al quale non possiamo sottrarci, se siamo condannati a sognare. Anche gli uomini e le donne che accompagnano la nostra vita, per un istante o per lunghi tratti, sono compagni indiscreti del pensiero che diventa parola e la natura, gli animali, l'acqua, gli alberi, le foglie, le pietre. Un'infinità di attori che recitano sul palcoscenico dell'immaginario nutrendo le nostre visioni.